10-cose-che-il-tuo-insegnante-di-chitarra-non-ti-dice

10 cose che il tuo insegnante di chitarra non ti dice

L’insegnante di chitarra medio, soprattutto quello legato ad una concezione arcaica di didattica per chitarristi, pensa che rendendo facile l’apprendimento, gli allievi smetteranno di prendere lezioni di chitarra ed il flusso economico durerà meno a lungo. Io credo che aiutare chi, ad un certo punto del suo percorso di vita si è detto “voglio imparare a suonare la chitarra” a rendere appagante il suo percorso, sia un dovere a cui nessun insegnante deve sottrarsi.
Questo è il motivo per cui ho creato i miei corsi di chitarra online, ma questa è un’altra storia. Niente paura, non ce l’ho con il tuo insegnante di chitarra, ma dopo tanti anni di insegnamento mi sono reso conto che ci sono alcune cose che solo in pochi, diciamo ai nostri allievi.

Ecco dieci cose che potrebbero semplificare la vita di tutti e migliorare in maniera esponenziale la preparazione di chi vuole imparare a suonare la chitarra elettrica.

 

1. Più cose insegni a te stesso, più in fetta migliorerai.

Se ti limiti soltanto a memorizzare quello che dice il tuo insegnante senza mai chiederti se quelle informazioni hanno un senso e soprattutto se saresti capace di spiegarlo ad un altro chitarrista…beh, allora ti stai perdendo il meglio. Non dare per scontato che il tuo insegnante conosca sempre il modo più veloce e semplice per spiegarti qualcosa. Fai domande, sviluppa il tuo senso critico ma soprattutto metabolizza la Musica e le sue regole secondo il tuo, personale punto di vista.
Questo è  il primo passo per costruire qualcosa di solido e trarre il meglio dalle tue lezioni di chitarra.

 

Gli insegnanti sono una guida, la strada devi percorrerla tu!
Vince Carpentieri

 

2. Impara a suonare su un corda sola, tutto avrà più senso.

Imparare a guardare la chitarra in orizzontale ti permetterà di avere una migliore percezione delle distanze e ti aiuterà a connettere naturalmente tutti i box permettendoti (paradossalmente) di liberarti da essi. Considera che esistono anche strutture diagonali che implicano coppie o gruppi di tre corde, valuta la possibilità di imparare anche quelli, nella sezione video di questo sito web trovi una serie di videolezioni gratuite in questo senso.

 

3. Le scale sono più facili da imparare se le associ all’accordo corrispondente.

Se cominci a guardare con attenzione ogni box di una qualsiasi scala, al suo interno potrai trovare almeno una diteggiatura dell’accordo corrispondente ad essa. Questo è il primo passo per individuare i chord-tones (punti di risoluzione) e dare un senso compiuto ai tuoi fraseggi. Da questo, il passo per individuare il resto delle relazioni armonico-melodiche è molto breve.

 

4. Studiando uno strumento imparerai altre mille cose che ti saranno utili nella vita di tutti i giorni.

C’è un detto nella filosofia Zen che recita: da una cosa imparane altre 1000. La disciplina e la capacità di risolvere i problemi, sono solo l’inizio di una lunga lista.

 

5. Puoi imparare tantissimo anche ascoltando musicisti che non suonano il tuo stesso strumento.

Un batterista ha un approccio alla Musica completamente diverso da quello di un chitarrista, loro contano le battute istintivamente e sono molto più sensibili al groove, puoi stare sicuro che concetti come il dragging (suonare indietro) ed il rushing (suonare avanti) non li hanno inventati i chitarristi.
I sassofonisti, per esempio, sono solitamente molto più preparati armonicamente di un qualsiasi strumentista che può suonare gli accordi.

 

10-cose-che-il-tuo-insegnante-di-chitarra-non-ti-dice-2

6. Gli esercizi servono a suonare meglio ma, da soli, non bastano.

Se passi una vita a fare gli esercizi, tutto quello che suonerai saranno gli esercizi. Ci esercitiamo per far si che le nostre mani siano in grado di eseguire quello che noi gli chiediamo di eseguire, non il contrario. Molte persone sono convinte che basti esercitarsi con le scale, con gli arpeggi ecc. per diventare bravi a creare un assolo o un accompagnamento. La verità è che le tue mani devono essere guidate dalla tua musicalità, non il contrario.

A prescindere dallo strumento che suoni, devi allenarti a creare assoli e ritmiche anche quando lo strumento non è tra le tue mani. Hai imparato a parlare, lo hai fatto prima di andare a scuola, ascoltando chi era intorno a te, poi hai capito tutte le regole del linguaggio e le hai sviluppate leggendo i classici, scrivendo riassunti prima e temi poi. Con la Musica funziona allo stesso modo.
Durante le lezioni di chitarra con i miei allievi, questo è uno degli argomenti che affrontiamo più di frequente.

 

7. Imparare le triadi nella loro forma più semplice prima di affrontare il sistema CAGED.

Il CAGED è una soluzione eccezionale per codificare lo strumento ma, alcune forme, possono essere difficili per chi inizia a studiare la chitarra. Per questo motivo è molto importante che tu impari a vedere le triadi maggiori e minori allo stato fondamentale su 6°, 5° e 4° corda e su 5°, 4° e 3°

 

10-cose-che-il-tuo-insegnante-di-chitarra-non-ti-dice-3

 

 

8. Gli spazi tra le note ed i numeri sono molto più importanti delle note stesse.

Le lettere ed i nomi delle note non hanno alcun valore in termini identificativi rispetto ai meccanismi dell’armonia ed alla loro comprensione. Fatta eccezione per i fortunati possessori di quello che comunemente viene detto orecchio assoluto, è palesemente più facile identificare una progressione armonica o trasportarla se la si interpreta considerando le distanze tra ciascun accordo piuttosto che i nomi. Ti faccio un esempio: molti professionisti identificano i giri armonici con delle sequenze numeriche, ad esempio, un comunissimo giro di Do per me sarà un I-VI-II-V, facciamo questo per semplificarci la vita.

Se dovessi trasportare un giro di Do un tono e mezzo sopra dovrei pensare: Eb; C min; F min; Bb7. Se penso con i numeri, mi basta spostare il primo accordo ( I ) avanti di un tono e mezzo, e mantenere invariate le distanze degli accordi che seguono, senza nemmeno preoccuparmi dei loro nomi.

 

9. Canticchia quello che suoni, ma anche le scale, gli arpeggi e le triadi.

Non ho detto cantali come farebbe Celine Dion, ma prova ad ascoltare i suoni NELLA tua testa prima di affidarti a quelli prodotti da uno strumento.

 

10. Praticare senza la chitarra vale lo stesso.

Essere in grado di visualizzare scale, accordi e fraseggi senza alcun riferimento fisico è altrettanto importante quanto percorrere gli stessi percorsi con le dita sulla tastiera. In breve tempo, il tuo cervello non distinguerà più la differenza tra una chitarra immaginaria ed una reale. Per lui sarà solo “suonare”..capisci il potere di tutto questo?

Questo articolo è dedicato a Daniel Gilbert, Dave Hill, David Oakes ed alla memoria di Ross Bolton, i migliori insegnanti che un chitarrista possa desiderare.

12 commenti

  1. Bellissimo articolo… grazie….10 pietre miliari della didattica…nella mia personalissima umilissima recente esperienza ho imparato le forme g e c sia mqg che non delle triadi fondamentali solo dopo essere passato per il caged nella sua interezza, che ho capito sin troppo tardi quanto sia fondamentale per iniziare veramente a a vedere la chitarra…avrei voluto impararlo tutto e non solo accennarlo come trasportabilità delle locomotive nel mio primo anno di lezioni di chitarra …

    Ho scoperto Ross bolton da poco nella sua essential guide funk…grande vince!

  2. Grazie Vince ho cominciato a seguirti più o meno da un paio di anni e mi piace molto il tuo metodo di insegnamento sempre chiaro e conciso , questo articolo è la conferma di ciò.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *