“E’ brutto per chi ti ascolta se ti vede con il leggio!”..mai sentita questa frase? Molto spesso, noi musicisti ci troviamo a scegliere se memorizzare o no un brano, un repertorio, un solo. Se pensi ai musicisti classici il problema è ancora più grande…lì si tratta di memorizzare un’opera, un concerto con decine di obbligati!
Dal mio punto di vista la questione si risolve considerando la quantità di tempo necessaria a memorizzare il repertorio. Non vorrei farne una questione esclusivamente economica, ma consideriamo la realtà dei fatti: ti chiamano per una sostituzione, devi imparare 20 canzoni per suonarle una sola volta (al massimo due) e guadagnare da tutta l’operazione 70/ 100 euro.
Per scrivere le chart (accordi e struttura) di 20 pezzi, impieghi tre o quattro ore, memorizzarli richiederebbe almeno il triplo de tempo. Nel caso in cui non memorizzi il repertorio, aggiungendo il tempo del soundcheck e del concerto (sei ore) alle quattro ore di trascrizione, avrai guadagnato circa dieci euro l’ora, il che è ancora tollerabile, ovviamente non ho considerato le prove!
E’ ovvio che questo tipo di risultato necessita, a monte, di uno studio della lettura e della scrittura mirato alla performance live ed è altrettanto ovvio che imparare a trascrivere può diventare un’esperienza stressante se lo studio non è supportato da un programma di apprendimento costruito mirando alla performance dal vivo ed alla professione.
Gli showcase sono peggio, mi capita spesso di essere chiamato per suonare alla presentazione del disco di questo o quell’artista. In linea di massima per le date promozionali non è previsto altro che un rimborso spese (giusto i 20 euro della benzina) e nella maggioranza dei casi gli artisti sperano nel riscontro della stampa e degli addetti ai lavori per “chiudere” qualche concerto futuro.
In sintesi: niente soldi e niente date previste. Aggiungici l’ansia da prestazione dell’artista e la necessità di tante prove per fare “bella figura” …devo aggiungere altro?
Diverso è il caso in cui ti chiamano per una tourneè a due giorni dalla partenza, sebbene i presupposti siano tutti giusti, magari potresti non avere il tempo per memorizzare, in quel caso la scelta è obbligata…carta e matita! Se invece prevedi di rimanere in una band in pianta stabile, ed hai tempo per lavorare sul repertorio, beh! Allora il discorso cambia ed è chiaramente il caso di memorizzare.
Non ti nascondo che, personalmente, preferisco suonare senza partitura. Mi piace l’idea di potermi muovere e non avere ostacoli tra me ed il pubblico, e se hai fatto un buon lavoro di memorizzazione a casa è anche difficile che dimentichi gli accordi o le parti.
Ma, in fin dei conti, c’è davvero tutta questa differenza? E’ davvero così discriminante in termini di performance il fatto di memorizzare? Proprio in questi giorni leggevo un blog di Gerald Klickstein sull’argomento dove si diceva: “Every audience prefers a good performance from score over a mediocre one from memory.” Trad. “Il pubblico preferisce una buona performance dallo spartito ad una mediocre a memoria”.
Il fatto di avere uno spartito davanti a noi non rende peggiore una performance a patto che riusciamo ad offrire al nostro pubblico una bella esperienza musicale. Quindi, al diavolo tutti i preconcetti! Che tu ritenga opportuno memorizzare oppure no, se riesci a fare della buona Musica, e regalare belle emozioni a chi ti ascolta…hai raggiunto il tuo obbiettivo!
Tu cosa ne pensi? Sei d’accordo sul fatto che è la performance quella che conta? …sarei felice di discuterne con te, lasciami in commento di seguito…