E’ pratica comune tra i musicisti, esprimere costantemente la volontà di realizzare questo o quel progetto, di ottenere questo o quel risultato ma solo di rado succede che qualcuno si dia realmente da fare per realizzare il sogno di una carriera musicale degna di questo nome. Al di là di ogni luogo comune che riguarda la categoria dei musicisti, il fatto che la maggior parte di noi sia pigra è un dato di fatto.
Non so quanto, la storia del luogo comune, sia reale o sia semplicemente una sorta di alibi per giustificare un’ apatia che sempre più spesso si rifugia dietro a frasi come: “Io ci provo ma, sai, se non fossimo in Italia tutto sarebbe diverso” piuttosto che un: “Tanto chi mi ascolta non capisce un cazzo di Musica” e potrei elencartene almeno altre dieci…
Il dato di fatto in questo caso è che, girando i clubs della mia città o guardando i video dei musicisti italiani su internet, mi rendo conto di quanto talento resta fermo lì ad aspettare che qualcuno bussi alla porta e dia la svolta definitiva ad una vita fatta di tanto sperare e poco agire. La maggior parte di noi è ancora convinta che il solo suonare bene basti ad aprirci le porte di una vita felice ed economicamente appagante. La verità è che mentre noi aspettiamo la famosa bussata di porta il tempo passa e noi facciamo disastri.
Già, hai letto bene: disastri.
Che i nostri alibi siano fondati o meno, il fatto di barricarsi dietro un: “vabbè ma tanto non succede…” o un “porto solo un paio di pedali, tanto con quello che se ne frega chi mangia il panino…” per giustificare la nostra atavica pigrizia, molto presto comincerà a trasformarsi in un: “Ah già dovevo essere lì per il soundcheck alle 18.00…vabbè, è solo un’ora di ritardo!” o peggio ancora: “Gli accordi del pezzo? Vabbè me li vedo in sala!” e via dicendo.
Il problema sta nel fatto che questi atteggiamenti, oltre a farti fare brutta figura, comunicano a chi interagisce con te una sola semplice sensazione: “E’ poco serio!” e credimi, a quel punto puoi essere bravo quanto credi, la frittata è bella e fatta. Se qualcuno avesse avuto intenzione di bussare alla tua porta per dare una svolta alla tua vita, a quel punto te lo saresti ampiamente giocato.
Sebbene io sia fermamente convinto che nessuno busserà mai alla tua porta (e nemmeno alla mia) per regalarci il futuro che abbiamo sempre sognato, penso che prestando attenzione ad alcuni particolari della nostra quotidianità musicale possiamo almeno evitare di fare grossi danni a noi stessi ed alle persone con cui lavoriamo.
L’ idea è quella di cominciare con le piccole cose e fare che questi atteggiamenti diventino le radici su cui costruire una carriera attiva e, si spera, di successo.
Ecco alcune idee:
1) Fai i compiti a casa, studia le parti per il tuo strumento e se possibile sii preparato ad aiutare i tuoi colleghi con le loro.
2) Arriva in tempo per il soundcheck Considera il traffico ed il parcheggio
3) Impara ad interagire con il fonico e con i tecnici, hanno in mano l’esito del tuo concerto.
4) Dedica del tempo a preparare la sala per il tuo pubblico, tra cento disinteressati potrebbe essercene uno interessato a quello che fai, ma se non lo aiuti l’ avrai perso per sempre.
5) Scegli gli strumenti adatti al repertorio che devi eseguire, ne guadagneranno tutti e tu ti divertirai di più.
6) Comportati in maniera professionale con il gestore del club o il promoter se dovesse comportarsi male tu sarai nel giusto lui no.
7) Sforzati di imparare da chi è un passo più avanti di te, sparlare fa più male a te che a lui.
8) Invece di comportarti da rockstar con la puzza sotto il naso, crea connessioni e fai gruppo con chi è sulla tua stessa barca un giorno potrebbe tornarti utile.
Sono convinto che la lettura di questi articoli possa essere di tuo interesse, dagli un’ occhiata…
Sono molto felice di avere letto questo articolo, la penso esattamente come te. Nessuno però parla msi di queste cose, sicuramente perché è impegnato a lamentarsi 🙂🎸 Bravo Vince, bisogna sempre essere umili ed impegnarsi al meglio delle proprie possibilità! Ciao!
Grazie Giovanni, assolutamente. Grazie per il commento.