Alcune delle sfide più spinose per chi ha deciso di imparare a suonare la chitarra da autodidatta, hanno a che fare con l’incremento della velocità d’esecuzione.
Tutti sappiamo che l’approccio più efficace all’apprendimento di un nuovo fraseggio o di un nuovo esercizio sulla chitarra, è quello di iniziare a basse velocità.
Imparare un nuovo brano, un esercizio o semplicemente una diteggiatura, richiede uno sforzo di connessione tra il nostro cervello e le mani.
Dilatare i tempi di esecuzione e quindi, abbassare la velocità, ci consente di stabilire una connessione migliore tra mani e cervello, e ci permette di prendere coscienza degli eventuali errori d’esecuzione, lasciandoci il tempo di correggerli.
Talvolta però, nonostante lo sforzo di tenere a freno le nostre mani nella speranza che la velocità moderata faccia tutto il lavoro per noi, gli ostacoli restano. A volte, soprattutto per chi ha deciso di imparare a suonare la chitarra da autodidatta, invece di migliorare sembra che le cose peggiorino, evidentemente stiamo sbagliando qualcosa.
Ecco sette consigli che ti aiuteranno ad incrementare la velocità di esecuzione sulla chitarra senza troppa fatica.
1. Isola i problemi
Quando un passaggio ti da problemi, cerca di isolare il punto preciso che ti crea problemi, e studialo come un esercizio e parte. E’ inutile partire da capo mille volte e poi ritrovarsi sistematicamente fermi allo stesso punto. Quante volte ti è capitato di saper suonare benissimo un fraseggio fino al punto più difficile, e poi non essere capace di suonare quello che viene dopo?
Questo è dovuto al fatto che partendo sempre da capo hai suonato molto più spesso la parte antecedente alla difficoltà che non la parte successiva.
2. Aumenta gradualmente
Stai attento a non aumentare arbitrariamente la velocità.
Molto spesso, incrementiamo la velocità del metronomo solo perchè studiare lento ci annoia. Anche se ti sembrerà di andare più veloce, è probabile che ti stia trascinando difetti di esecuzione o magari di impostazione che a lungo andare potrebbero trasformarsi in lacune tecniche o problemi fisici…ti conviene?
E’ probabile che fra qualche tempo dovrai ridurre di nuovo le velocità e fare il doppio della fatica. Incrementa la velocità di 2 o 4 bpm ogni volta che ti senti perfettamente a tuo agio alla velocità precedente.
3. Lavora a blocchi
Una buona performance, anche prescindendo dalla velocità elevata, implica una visione globale di quello che si intende suonare. Questo ci consente di migliorare l’interpretazione, il tocco e l’espressione emotiva che vogliamo dare all’intera esecuzione. Purtroppo il nostro cervello non è programmato per assimilare grosse moli di informazioni tutte in una volta, in ogni ambito l’approccio più efficace è sempre quello di dividere il materiale da imparare in piccoli blocchi che connetteremo successivamente. In poco tempo avrai la visione globale di quello che stai imparando e potrai cominciare a lavorare sui dettagli.
4. Semplifica
Hai mai pensato che forse la velocità con cui ti stai interfacciando è troppo elevata per le tue mani? Non tutti riescono a plettrare come Paul Gilbert, fare lo sweep picking come Frank Gambale o aprire la mano quanto fa Steve Vai. Questo non significa che non possiamo inventare un nuovo modo di approcciare ad un passaggio o interpretare un brano. Lo sweep picking è nato, probabilmente, perchè Gambale non è mai stato un grande fan della plettrata alternata, e tante altre tecniche magari sono l’espressione di un “di necessità virtù”.
5. Modifica la tua routine
Se incontri una debolezza in un particolare aspetto della tua tecnica, trova (o inventa) un esercizio che ti aiuti a migliorarla, inseriscilo nella tua routine quotidiana, e gestisci quella debolezza sul lungo periodo. Non dimenticare mai quanto tempo hai impiegato per imparare gli accordi aperti o il tuo primo barrè durante le prime settimane del tuo percorso musicale.
6. Ascolta il tuo corpo
La via verso la perfezione implica inevitabilmente la ripetizione, ma una ripetizione poco attenta, può facilmente portare a danni di natura fisica. Ricordo che a 16 anni pur di imparare il solo di It’s a monster degli Extreme mi sono procurato una tendinite che mi ha fermato per 15 mesi. La cosa più curiosa di questa storia è che alla fine l’assolo non l’ho mai nemmeno imparato!
Alla luce di quanto ci siamo detti, tu che consigli hai da proporre? Come affronti lo studio?
Condividi la tua esperienza con un commento qui in basso, potrà essere di aiuto a tutti noi per migliorarci.
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Grazie mille. Ottimi consigli
Grazie Marcello!!
Grazie Vincenzo , i tuoi consigli sono sempre utilissimi ed io ne faccio tesoro.
Grazie mille Vito
grazie Vince, i consigli di un professionista sono sempre un valore aggiunto ciao
Grazie di cuore
Qualcuno dei tuoi consigli lo conoscevo ma… la pigrizia e la fretta di fare sono cattivi consiglieri..
Che sia la volta buona? 😄
Grazie Vince… come sempre!
Ciao Livio!! Bisogna godersi il percorso. 😉😉😉
Grazie Vince, chiaro e concreto, come il corso sulle pentatoniche 🙂
Ah!!! Grazie, grazie mille Roberto :))
grazie ottimi consigli.
Spero ti siano utili.
Grazie Vincenzo ottimi consigli ma che avevo già sentito nei vari video, solo che fa benissimo rifocalizzare, io ho visto che per quanto noiosi sono efficacissimi i 5 minuti, isolato il passaggio anche mezza battuta imposto il metronomo a 5 minuti e ripetizione continua, a volte sembrano un ora. Poi per i cambi accordi più difficili esercizio senza suonare guardando la mano. Ottimo anche il condividere il punto di vista scrivendolo così si rafforza, perché fare tutto ciò significa annoiarsi molto. Alla fine però la sensazione è che per le mani diventa naturale e questa è una grande soddisfazione.
Esatto, ed è quella sensazione di naturalezza a fare tutta la differenza.
Consigli d’oro Vince, grazie
Ciao Flavio grazie!
Grazie Vince, sempre utili i tuoi consigli 🙂
Grazie mille!
Grazie x avere ripostato questo articolo, mi sarà molto utile.