Mai come questo periodo storico, non basta essere un buon musicista per vivere di Musica, ognuno di noi, chi prima o chi dopo, dovrà confrontarsi con la necessità di essere: manager, arrangiatore, fonico, produttore e, molto spesso in ultima istanza…musicista.
In questo articolo proveremo a fare il punto della situazione e vedremo qualche alternativa per cominciare a costruire la tua stabilità economica lavorando nel mondo della Musica.
Com’era prima?
Tutti abbiamo letto sulle riviste le gesta dei musicisti che, nei tempi d’oro, passavano le giornate saltando di studio in studio per registrare i dischi delle popstar di turno. Un disco qui, un jingle fra tre ore, e poi, prima di tornare a casa, una bella session per qualche colonna sonora. Tanto lavoro, tanti soldi e nemmeno un giorno di pausa nei secoli dei secoli…amen!
Sebbene anche all’epoca, personaggi del calibro di Steve Lukather, Michael Landau e Carl Verheyen rappresentassero già un’eccezione, oggi più che mai, il mestiere del turnista come lo abbiamo letto nelle riviste è davvero un’utopia.
Anche il concetto di studio è radicalmente cambiato, negli anni ’80 le etichette pagavano migliaia di dollari per tenere una band in studio per mesi interi. Oggi gli studi vengono affittati per pochi giorni, giusto il tempo di finalizzare un lavoro iniziato in un project studio o addirittura nel salotto di un membro della band.
Alla luce di questo cambiamento sembra lecito chiedersi che senso abbiano avuto tutti gli anni impiegati nello studio dello strumento e, quali speranze possiamo nutrire ancora rispetto al mestiere del musicista.
Prima ancora di rispondere a a questa domanda, io comincerei con il rispondere ad un’altra:
Questo cambiamento è un bene o un male?
Io credo sia un bene. L’importante, dal punto di vista di chi cerca di vivere con la Musica, è evitare di fossilizzarsi su clichet ormai morti e sepolti e concentrarsi sulle nuove possibilità che questo cambiamento può offrire. Anche quando i super-turnisti la facevano da padrone, il mondo era pieno di professionisti che vivevano dignitosamente ed a volte anche molto meglio in termini di continuità e di crescita.
Come posso ottenere la continuità lavorativa di cui ho bisogno per vivere?
Guardando la mia agenda, nell’ultimo anno ho gestito più di 20 lavori contemporaneamente, prodotto dischi, scritto Musica per la televisione, collaborato con band emergenti, trascritto Musica inedita per i depositi alla SIAE, prodotto registrato e programmato un virtual instrument, realizzato il nuovo video corso, senza parlare del web e delle attività non collegate direttamente alla Musica, ah già! … poi ho anche fatto il turnista in un paio di tour. Posso garantirti che se avessi dovuto sostentarmi con i soli guadagni dei tour e delle registrazioni, oggi sarei in seria difficoltà economica.
Come ho fatto io?
Agli inizi (20 anni fa), ho cominciato a lavorare gratis, tutto quello che mi interessava era suonare e dimostrare di essere in gamba, questo mi ha permesso di conoscere persone che la pensavano come me, mi ha dato modo di creare connessioni. Non è un caso che molte delle persone con cui collaboro oggi, sono amici che hanno iniziato con me tanti anni fa.
Ho cominciato a fare produzioni sperimentando con i software nella mia stanzetta con un pc preso a rate ed un paio di cuffie, registrando demo di ex fidanzate cantanti, ed aggiustando i suoni delle basi midi. Ho imparato a scrivere facendomi sfruttare dall’editore di turno senza vedere una lira per anni ed anni. L’ importante è sempre stato: dare il meglio, ma soprattutto non fossilizzarmi.
Un giorno qualcuno mi disse: “Ogni nota che registri o parola che scrivi è un segno che lasci nel tempo, prima o poi qualcuno la ascolterà e quel qualcuno potrebbe essere un gradino più in alto di dove sei tu adesso. Pian piano comincerai a quantificare il valore di quello che produci e così l’ ingranaggio comincerà a girare a dovere”.
E tu? Hai mai provato a vivere di Musica? Com’ è andata?
Mi farebbe piacere conoscere un po’ della tua esperienza, lasciami un commento di seguito e scambiamo due chiacchiere…